FAQ
LE RISPOSTE PIU’ FREQUENTI SU COME PRODUCIAMO IL NOSTRO OLIO EXTRAVERGINE DI OLIVA BIOLOGICO E SU COME COLTIVIAMO IL NOSTRO OLIVETO.
Che cos’è un olio monovarietale?
Per olio d'oliva monovarietale si intende un olio estratto unicamente da olive di una specifica varietà. Si differenzia dagli oli di oliva "blend" in quanto estratti da più di una varietà di oliva, mescolate in percentuali variabili.
Una caratteristica distintiva di un olio monovarietale è sicuramente la tipicità in quanto ogni varietà esprime le caratteristiche di uno specifico territorio che l'oliveto nei secoli ha assorbito e che, ogni anno, trasmette ai suoi frutti.
Che cos’è la “dritta”?
La "dritta" è un'antica varietà di oliva tipica dell'Abruzzo ed in particolare della provincia di Pescara.
Qual’è la differenza tra un olio extravergine di oliva ed un olio d’oliva vergine?
Un olio di oliva per poter essere classificato extravergine o vergine deve innanzitutto essere estratto dal frutto della pianta di olivo, solamente mediante processi naturali e senza l'aggiunta o l'utilizzo di sostanze chimiche durante tutte le fasi del ciclo della lavorazione.
Fatta questa premessa, un'olio d'oliva rientra nella categoria degli extravergini se non presenta difetti sensoriali, la mediana del fruttato è maggiore di zero ed ha un'acidità non superiore a 0,8%. Un olio di oliva vergine, invece, presenta dei difetti appena percettibili ed il valore dell'acidità non può essere superiore al 2%.
Un olio di oliva per poter essere classificato extravergine o vergine deve innanzitutto essere estratto dal frutto della pianta di olivo, solamente mediante processi naturali e senza l'aggiunta o l'utilizzo di sostanze chimiche durante tutte le fasi del ciclo della lavorazione.
Fatta questa premessa, un'olio d'oliva rientra nella categoria degli extravergini se non presenta difetti sensoriali, la mediana del fruttato è maggiore di zero ed ha un'acidità non superiore a 0,8%. Un olio di oliva vergine, invece, presenta dei difetti appena percettibili ed il valore dell'acidità non può essere superiore al 2%.
La presenza o meno di difetti e la valutazione del fruttato deve essere eseguita da un Panel, un gruppo di assaggiatori esperti ed addestrati che devono risultare iscritti nell'elenco nazionale tenuto aggiornato dal Ministero delle Politiche Agricole ai sensi del Regolamento Europeo n. 2568/1991.
Perché l’acidità di un olio extravergine di oliva non influisce sul suo sapore?
L’acidità dell’olio è la misura, in percentuale, della quantità di acidi grassi liberi e può essere misurata solo con specifiche analisi di laboratorio. Non è possibile percepirla al gusto, nemmeno di un esperto assaggiatore e non deve essere confusa con le note di amaro e piccante, più o meno intense, che caratterizzano un olio extravergine di oliva.
La drupa è composta da diversi acidi grassi legati tra di loro che all’atto della raccolta iniziano a rompersi, liberandosi e provocando l’aumento dell’acidità libera. Questo fenomeno è causato da:
- olive non fresche, che sono molite dopo molte ore o addirittura giorni dalla raccolta;
- olive eccessivamente mature;
- da olive non in sane condizioni, ovvero che sono state attaccate da insetti (es. mosca olearia) durante la fase di crescita e di maturazione delle drupe, oppure che hanno subito danneggiamenti di natura meccanica. Le principali cause di danneggiamento possono essere rinvenute nell’utilizzo non corretto delle attrezzature durante la fase di raccolta, o in condizioni di trasporto e conservazione non adeguate alla delicatezza dell’olivo.
Gli acidi grassi sono fondamentali in un olio in quanto costituiscono la sua principale componente salutistica e nutrizionale.
